“Industria. Found(ry) Art in the Period of Modern patronage” di Jill Mathis
Posted by roberto09 | Posted in Arte e suggestioni metropolitane, Critica d'arte e curatele, Dove sono - Appuntamenti, Eventi, Lo spazio della Polis | Posted on 16-09-2011
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Domenica 2 ottobre 2011 inaugurerà a Palazzo Ducale di Genova la mostra, da me curata, dal titolo “Industria” di Jill Mathis, artista/fotografa americana della “old school new yorkese”. La mostra sarà visitabile gratuitamente dal 2 al 30 ottobre – Piazza Matteotti 9, Genova- tel. 010 55 74000. Vi aspetto numerosi.
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Life without industry is guilt, and industry without art is brutality.
La vita senza operosità è peccato, l’operosità senza arte è brutalità.
J. Ruskin
La mostra Industria. Found(ry) Art in the Period of Modern Patronage di Jill Mathis (ospitata dalla Fondazione regionale ligure per la cultura e lo spettacolo nelle prestigiose sale di Palazzo Ducale di Genova) mette in scena la relazione tra lavoro, industria e moderno mecenatismo, trasformando il processo produttivo, l’impresa e “l’umano messo a lavoro” in elementi di una narrazione artistica capace di restituire la dignità e l’orgoglio del lavoro e dell’impresa e, al contempo, rendere ragione del sostrato squisitamente antropologico che tiene insieme questi fenomeni.
Il termine “Found(ry) Art” potrebbe sintetizzare bene l’operazione artistica portata avanti da una fotografa dell’ “old school newyorkese” capace di trasformare la “Fonderia” (Foundry) in una miniera di “oggetti ritrovati” (found object/ object trouvé) inserendoli in una sequenza narrativa che fa di questa mostra una mostra di “Found Art fotografica”, in cui le immagini/oggetti ri-trovati nei luoghi della produzione e del lavoro diventano oggetti artistici autonomi e capaci di rimandare a dimensioni di senso differenti in un gioco di significanti ri-articolati esteticamente.
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Jill Mathis’ exhibition Found(ry) Art in the Period of Modern Patronage (hosted by the Fondazione regionale ligure per la cultura e lo spettacolo in the prestigious rooms of the Doge’s Palace of Genoa) stages the relationship between work, industry and modern patronage. It transforms the production process, the business and the ‘working man’ into elements of an artistic narrative able to restore dignity and pride to work and business while at the same time highlighting the anthropological substratum, which connects these phaenomena. The term “Found(ry) Art” could well synthesize the artistic process of this photographer of the ‘New York old school’, able to see in the ‘Foundry’ a mine of found objects/ object trouvé, setting them in a narrative sequence which makes of this exhibition one of photographic “Found Art”, where the images/objects ‘found again’ in the factory and in the production line become autonomous artistic objects able to refer to different dimensions of meaning, in a game of signifiers re-articulated in an aesthetic discourse.
Per leggere la critica (in italiano e inglese) continua la lettura, per vedere il programma di “Genova in Blu”, rassegna nella quale la mostra è collocata, Presentazione_GenovaInBlu_settembre.